martedì 12 ottobre 2010

DATEMI UNA MASCHERA E VI DIRO' LA VERITA' Oscar Wilde

Oscar Wilde l'ha detto, mica pinco pallino! Oscar Wilde era uno scrittore, drammaturgo, poeta, solo una persona sensibile può partorire queste idee, non da geni, ma appunto da sensibili, e la sensibilità non è altro che la semplicità di una persona e l'avere questo dono della sensibilità appunto, di percepire anche le cose sensibili, delicate, silenziose, è un gioco di parole è vero, ma è il gioco della vita.
"Datemi una maschera e vi dirò la verità", è una frase che è echeggiata nella storia, nella letteratura ma anche nel "detto" quotidiano, ed è verissima, basti pensare la doppia identità che assumiamo qui su internet e la persona che siamo nella realtà. Quante volte ci siamo aperti con persone su messenger, facebook, cosa che non avremmo mai fatto di persona? In questo caso la maschera è proprio il non vedersi, l'essere schermati da un monitor che in quel caso è la nostra maschera, non è altro che "la maschera" di cui parlava Wilde un secolo fa, si, una maschera tecnologica, ma sempre una maschera.
Cosa vuol dire, che siamo ipocriti? Io non credo che sia proprio questo il problema, più che ipocriti siamo chiusi, ma le dico anche per me queste cose, vi credete che io avrei mai trattato di un argomento del genere così, in mezzo di strada? Mai! Appartiene a tutti questo senso di volere "la maschera" per proferire verità, la sindrome di superman oserei dire, che quando si mascherava era un supereroe, volava, e con il suo raggio di fuoco fondeva anche i metalli più resistenti, mentre poi riponeva i panni da eroe, era un semplice impiegato, noi siamo anche in un certo senso dei "superman", persone che nascondono molte doti e quindi verità, spesso per vergogna o per la smania di successo se le tengono per se, e con loro rimangono a vita, fino alla tomba.
Molte volte quelle verità che conserviamo in noi, non vorremmo mai dirle, magari è un insuccesso, un difetto, non vogliamo sentirci il peso degli occhi addosso della "gente", quella cavolo di gente che ci condiziona la vita! Noi siamo condizionati dalla "gente", non esclusivamente da noi, ma dal pensiero degli altri, da quello che possono credere se noi ci comportiamo così o cosà, se noi diciamo questo o quell'altro, crescendo così in un'insicurezza tale che ogni giorno dobbiamo vestire una maschera diversa in base alle occasioni, come quando dobbiamo scegliere il vestiario: "oggi è domenica mi metto la camicia bianca", "oggi vado ad una cerimonia e mi metto il vestito gessato", ecco come siamo noi, in base alle occasioni abbiamo una faccia, quindi in fin dei conti abbiamo la maschera di cui parlava Wilde? No, Wilde parlava di una maschera nera che non lasciasse trasparire nemmeno gli occhi, grazie alla quale noi potremmo dire tutto quello che pensiamo, tutto quello che proviamo e tutto quello che non abbiamo mai detto, quindi la sua è una maschera assoluta, mentre la nostra è una maschera di circostanza.
L'uomo nasce, cresce e invecchia con queste facce, e così non sarà mai quello che vorrebbe, tutto ciò appesantirà il suo modo di vivere, perchè è come se recitasse una parte in un film che è la vita, e i capitoli dei suoi anni diventeranno il suo romanzo, e le pagine che scorrono veloci sono i giorni della sua esistenza che corrono, corrono, chiudendo quel libro del suo ultimo giorno con una tale amarezza nel cuore da dire: "sarei voluto essere ciò che avrei voluto, e non ciò che hanno voluto che io fossi."

- Denis

2 commenti:

  1. Le circostanze ci porteranno sempre ad essere un po' diversi da come siamo davvero. Etichette, situazioni... non possiamo mai, il più delle volte, esprimerci al 100%.

    Io penso che l'importante sia avvicinarsi a questo 100% senza strafare, anche se si raggiunge solo un 70%, (o 60% o 80%...), così, in punta di piedi, con la nostra vera natura senza strillare ma lasciando che tutto sia naturale. L'importante per me, più che altro, è NON TRADIRE MAI quel che si è davvero.
    Mai rinnegare, mai contraddire. Sennò si resta davvero soffocati.
    E poi, se non sai gestire tutto questo accumulo, sono uccelli per diabetici, ossia: cazzi amari.
    Ecco, l'incanalare la propria personalità e la propria energia, concentrandola e usandola per fini creativi e non (auto)distruttivi, potrebbe essere un buon esercizio per togliere via via gli schermi e le maschere...

    "troppo fuoco dentro
    brucia, non riscalda,
    e scoppia... prima o poi"

    Moz-

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  2. Miki, sono perfettamente in armonia per quanto da te espostoto, soprattutto sul fatto che non saremo mai quello che siamo veramente, cioè far trasparire il 100% della nostra spontaneità, del nostro pensiero.
    I fatti, le circostanze ci vietano di esprimere quel che in realtà pensiamo, ed ecco che fuoriescono parole smussate, frasi ponderate e pensieri calibrati secondo le circostanze, così si spiega quella spontaneità irraggiungibile.
    Ma come dici tu, dobbiamo sforzarci di non soffocare il nostro "io", il nostro pensiero e il nostro essere, altrimenti qui si entra nella falsità che come dici tu, soffoca la nostra persona.

    - Denis

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